Cosa prevedono le assicurazioni nei casi in cui un’auto non è guidata dal proprietario, ma da qualcuno a cui l’auto è stata prestata per un solo tragitto o per un periodo di tempo?
Trattandosi di uno scenario molto comune (in particolare all’interno delle famiglie, in cui spesso i figli neopatentati prendono in prestito l’auto dei genitori) la legge prevede delle norme ben precise, che devono essere rispettate se non si vuole correre il rischio di sanzioni in caso di controlli o incidenti.
Facciamo chiarezza sulle più importanti.
Definizioni fondamentali: proprietario, conducente e contraente
Per capire adeguatamente come funziona l’assicurazione sui veicoli, è bene distinguere con attenzione le tre parti principali coinvolte:
- Proprietario del mezzo di trasporto;
- Contraente dell’assicurazione;
- Conducente del mezzo di trasporto.
Il proprietario, semplicemente, è la persona che possiede il veicolo.
I suoi dati compaiono nella carta di circolazione, un documento indispensabile per gestire correttamente le pratiche relative al mezzo, e nell’attestato di rischio, ovvero l’insieme di tutte le informazioni utili e recenti sull’auto (al giorno d’oggi l’attestato di rischio è esclusivamente digitale, quindi se vuoi consultarlo hai bisogno di accedere agli archivi online).
Il contraente è la persona che ha firmato il contratto dell’assicurazione, e fra le sue responsabilità si trova il pagamento del premio assicurativo.
Il conducente, infine, è la persona che guida il veicolo; se l’utilizzo del mezzo da parte sua supera un periodo continuativo di trenta giorni, è necessario che anche il suo nome compaia nell’apposita sezione della carta di circolazione.
Naturalmente tutte queste parti possono coincidere: così come capita spesso di trovare alla guida di un mezzo un conducente che non è il proprietario, è altrettanto frequente che sia la stessa persona a guidare e possedere l’auto.
Ricorda che le classi assicurative sono diciotto e ad una classe più alta, ovvero più conveniente in termini economici, corrisponde un numero più basso.
Assicurazione con proprietario diverso dal conducente: conviene?
Non solo stipulare una polizza auto quando il conducente è diverso dal proprietario è possibile, ma ci sono dei casi in cui è vantaggioso. Se il proprietario ha raggiunto una classe assicurativa più alta rispetto a quella del conducente, ad esempio, l’assicurazione può essere intestata al proprietario, ottenendo così un risparmio significativo.
Un altro parametro di cui tener conto è la Legge Bersani: secondo questo insieme di norme, in vigore dal 2007, è possibile acquisire la classe assicurativa di un membro della propria famiglia a patto che le due persone condividano la stessa residenza.
Questa soluzione è particolarmente diffusa tra i giovani, che possono ereditare la classe da un familiare anziano con uno storico assicurativo più lungo (e quindi meno dispendioso, per via della “fiducia” già ottenuta dalle compagnie assicurative) alle spalle.
Le stesse possibilità possono essere sfruttate in abbinamento ai passaggi di proprietà, che quando messi in pratica all’interno dello stesso nucleo familiare sono esenti da spese.
Cosa succede in caso di infrazione o sinistro stradale?
Quando si commette un’infrazione alla guida di un veicolo altrui e si viene fermati, la multa può essere a carico sia del conducente, sia del proprietario. Se invece la multa viene recapitata per posta è il proprietario a doverla pagare, con sessanta giorni di tempo per segnalare di non essere stato il conducente nel momento dell’infrazione.
Quando si verifica un incidente e l’auto coinvolta non è guidata dal proprietario, le assicurazioni rimborsano comunque i danni ricevuti se la colpa viene attribuita a terzi (a meno che il contratto preveda delle eccezioni, che devono essere sempre messe in chiaro prima di firmare la polizza). Il proprietario riceve quindi un rimborso per i beni materiali, mentre al conducente vengono rimborsati gli eventuali danni fisici subiti alla guida.
Se il sinistro è causato dal conducente, al contrario, l’assicurazione ha il solo obbligo di rimborsare i danni subiti da terzi (sempre senza eccedere i massimali previsti). Il proprietario non riceve quindi alcun indennizzo, e sul conducente potrebbero ricadere delle responsabilità civili e penali.
Cosa bisogna considerare quando si assicura un veicolo non proprio?
Non tutte le compagnie assicurative concedono una polizza a chi non possiede direttamente il veicolo indicato nella richiesta. Quando la possibilità di ottenere una polizza viene confermata, ad ogni modo, è importante ricordare che per definire la classe di merito viene sempre fatto riferimento al titolare del mezzo di trasporto, e mai al conducente (il cui nome non compare necessariamente nei documenti del veicolo o dell’assicurazione stipulata). Chiaramente tali concetti si possono ignorare quando il veicolo è guidato e posseduto dalla stessa persona.
Sono sempre più diffuse, infine, delle clausole speciali. La compagnia assicurativa potrebbe proporre, ad esempio, uno sconto se si dichiara che l’auto verrà guidata sempre dallo stesso conducente. In questo caso è importantissimo rispettare l’accordo: se si dovesse verificare un sinistro mentre una persona diversa dal conducente indicato si trova alla guida, è possibile che l’assicurazione sanzioni severamente il titolare della polizza (sempre secondo quanto indicato nel contratto).

ALBERTO ANGELIA
Sono uno scrittore specializzato nel settore assicurazioni e prestiti e vivo a Roma con la mia famiglia.
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