Se sei un lavoratore dipendente con contratto a tempo indeterminato, sia nel settore pubblico che in quello privato, e sei alla ricerca di un prestito o di un finanziamento con cessione del quinto, la banca o l’istituto di credito presso il quale ti sei rivolto, ti avrà sicuramente richiesto il cosiddetto certificato di stipendio.
Si tratta di un documento richiedibile da un dipendente al proprio datore di lavoro, utile all’ottenimento di prestiti e finanziamenti e che riporta molteplici informazioni.
Da esso si evince quando hai iniziato a lavorare presso quella azienda, com’è stata la tua condotta fino alla data di richiesta, qual è la tua situazione stipendiale e come sta crescendo il tuo “salvadanaio” destinato alla fine della carriera.
È come se fotografasse il passato, il presente e il futuro del tuo lavoro.
Ma vediamo nel dettaglio come si compone un certificato di stipendio:
- riferimenti normativi,
la legge di riferimento è il DPR n.180/50 (Testo Unico delle leggi concernenti il sequestro, il pignoramento e la cessione degli stipendi, salari e pensioni dei dipendenti) e successive integrazioni e modifiche, e il relativo decreto attuativo DPR n.895/50. Con la legge n.311/2004, a partire dal primo gennaio 2005, ciò che il DPR 180/50 prevedeva per i dipendenti pubblici viene esteso ai dipendenti privati; - anagrafica del lavoratore e posizione lavorativa,
oltre ai dati identificativi, questa sezione contiene la qualifica del lavoratore all’interno dell’azienda e la data di inizio del rapporto lavorativo; - informazioni sullo stato di servizio del lavoratore,
comprendono la presenza di eventuali provvedimenti disciplinari o di sospensioni, di recenti periodi di astensione dal lavoro per malattia o infortunio, dei tempi previsti per il raggiungimento della pensione e per il collocamento a riposo. Tutte queste indicazioni servono per dare all’istituto finanziatore un quadro predittivo sulla capacità futura di mantenere la costanza di stipendio da parte del lavoratore; - retribuzione attuale,
questa sezione è il cuore del certificato e, partendo dalla retribuzione lorda annuale corrisposta dall’azienda (comprensiva di tredicesima e quattordicesima, se prevista) giunge alla specificazione della retribuzione mensile netta che è il dato che serve alla banca per valutare la possibilità di concedere il prestito richiesto. Le voci poste in detrazione, certificate dal datore di lavoro e visibili dall’istituto finanziario, sono sia quelle inerenti alla tassazione, sia quelle destinate a previdenza e assistenza, che gli eventuali alimenti corrisposti per legge, che le quote destinate a estinguere un pignoramento. Importantissimo è che qui sono anche indicate le cifre che il lavoratore già destina alla restituzione di precedenti prestiti e cessioni del quinto, cifre su cui la banca si basa per valutare l’importo massimo della nuova rata mensile in modo che il totale non superi il limite di legge del 40% dello stipendio; - eventuali finanziamenti già in corso,
proprio in merito a pregressi prestiti e finanziamenti richiesti, sul certificato di stipendio vengono riportati sia le rate in pagamento (come visto precedentemente) che il debito residuo e gli enti presso cui questo debito è in riscossione; - TFR,
l’accantonamento del TFR è una condizione fondamentale a garanzia della banca creditrice; la relativa facilità con cui si riesce ad ottenere un finanziamento con cessione del quinto, solo disponendo di stipendio da contratto di lavoro a tempo indeterminato e senza ulteriori garanzie mobiliari e immobiliari, dipende proprio dalla possibilità dell’istituto bancario di rivalersi su questa potenziale disponibilità finanziaria del lavoratore. Oltre all’importo lordo del TFR, maturato e disponibile presso l’azienda, nel certificato di stipendio sono indicati gli eventuali anticipi già percepiti; - informazioni sull’azienda,
ponendosi di fatto quali intermediari fra il lavoratore e l’istituto di credito, alle aziende è richiesto anche di dichiarare le proprie condizioni finanziarie, nei termini di comunicazione del numero dei dipendenti e dei capitali sociali eventualmente versati; - timbro e firma del certificatore,
il certificato di stipendio è sottoscritto dal datore di lavoro, dall’amministratore delegato o dal responsabile delle risorse umane; ha una validità di tre mesi a partire dalla data di rilascio.
La richiesta per ottenere il certificato di stipendio dalla tua azienda è un modulo molto semplice da compilare, saranno necessari solo i tuoi dati anagrafici ma contiene una clausola, ovvero un impegno da parte tua a non richiedere anticipi del TFR che verrà destinato a garanzia del debito contratto con l’istituto creditizio.
Nella ricevuta alla tua richiesta, che ti sarà consegnata dalla tua azienda, troverai anche la dichiarazione per cui l’azienda stessa si impegna a dare comunicazione tempestiva alla banca dell’eventuale risoluzione del contratto di lavoro.
Infine, è necessario che tu sappia che il certificato di stipendio non è un documento che il tuo datore di lavoro è obbligato per legge a fornirti, quello che invece è sempre esigibile da parte tua è il certificato di servizio.
In genere non esistono impedimenti ad ottenere il primo ma può esserti utile sapere di poter eventualmente richiedere anche il secondo. Il certificato di servizio contiene un numero di informazioni ridotto rispetto al certificato di stipendio ma quelle che sono essenziali ai fini dell’ottenimento del finanziamento sperato, cioè circa la retribuzione, il tipo di mansione e l’accantonamento del TFR ci sono, per cui potrebbe essere sufficiente all’istituto finanziatore che hai scelto per valutare la tua solvibilità.
Ultima raccomandazione da farti: entrambi i documenti succitati sono ottenibili in pochi giorni poiché la tua azienda possiede già al suo interno tutti i dati da certificare ma è sempre opportuno fare la richiesta con un certo margine di anticipo rispetto ai tempi di consegna dei documenti fissati dalla banca, o chi per essa.

ALBERTO ANGELIA
Sono uno scrittore specializzato nel settore assicurazioni e prestiti e vivo a Roma con la mia famiglia.
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