L’avvento del web ha portato, con il tempo, ad una comunicazione sempre più frequente e immediata.
Un esempio pratico di questo cambio di abitudini è rappresentato dalle notizie. Un tempo trasmesse da giornali cartacei e da telegiornali e ora disponibili, praticamente “no stop” sui nostri device. Quest’ultimi, maneggiati praticamente sempre, dai più giovani ma anche dai meno giovani.
Un cambio epocale che ha investito non solo la comunicazione, ma tutte le abitudini del nostro vivere quotidiano. Dal commercio, ai rapporti con la pubblica amministrazione, passando per buona parte delle interazioni sociali, ad esempio, anche per le richieste di aiuto economico.
Si può chiedere aiuto economico online?
Ovviamente come tutti i meccanismi economici e sociali quest’evoluzione presenta i suoi “pro” ed i suoi “contro”, ma non siamo qui per disquisire su questo.
La rete può però rappresentare un valido aiuto per chi è in difficoltà economica, per chi ha bisogno di sostegno per una spesa urgente o semplicemente per far finanziare un progetto per cui non ha abbastanza fondi disponibili.
Con questo articolo proveremo a segnalarvi le modalità con cui è possibile chiedere aiuto economico online.
Tutte le strade per ottenere sostegno finanziario in rete
Esistono svariati modi per richiedere e ottenere un supporto finanziario grazie all’ausilio della rete.
Possiamo sintetizzarli, sostanzialmente, in due macro aree, vale a dire:
- supporto economico diretto;
- supporto economico indiretto.
Entrambe le metodologie prevedono, ovviamente, l’aiuto da parte di altre persone. Ma se nel primo caso la somma di denaro sarà erogata direttamente da chi intende aiutare un altro soggetto. Nel secondo caso, invece, sarà il comportamento a generare un’entrata economica.
Crowdfunding: l’aiuto economico online diretto per eccellenza
Come dice il termine stesso, il supporto economico diretto si ha quando sono direttamente le persone ad aiutare. È il caso del crowdfunding, o raccolta fondi, piuttosto che di una donazione. Insomma, quando un soggetto intende direttamente sostenere un altro con un aiuto economico.
Rientrano nelle raccolte fondi le donazioni pro bono o anche gli investimenti condivisi. Con le raccolte fondi dirette si può, ad esempio, attirare l’attenzione su di una determinata problematica comune, piuttosto su un problema personale e chiedere la solidarietà di altre persone.
Spesso queste vengono richieste per finanziare campagne di ricerca su malattie, per aiutare persone in difficoltà, regioni, Stati colpiti da calamità naturali e via discorrendo. Oppure anche per singoli individui chiamati, per svariate ragioni, a dover far fronte a spese impellenti senza la possibilità di poterle sostenere nell’immediato.
Ma il crowdfunding non ha soltanto valenza sociale o di filantropia. Questa modalità di raccolta fondi può essere usata anche in ambito finanziario per sostentare un progetto personale o aziendale.
Spesse volte il successo o l’insuccesso di questo genere di progetti dipende dal know-how del soggetto proponente ma anche della finalità di quest’ultimo. Maggiore è l’informazione relativa al proposito e maggiore sarà la possibilità di sostegno.
Un altro punto chiave per un crowdfunding di successo è rappresentato dalla comunicazione che viene fatta. Maggiore sarà la diffusione e, ovviamente, maggiore potrà essere la risposta da parte dell’utenza.
I modelli di Crowdfunding
La parola crowdfunding, quindi donazione, può essere utilizzata per diversi approcci di finanziamento. Proviamo a vedere la diversa accezione che questa parola acquisisce in base al modello di finanziamento che viene prescelto. Un crowdfunding può essere:
- donation based, di fatto una donazione pro bono senza alcun vantaggio verso chi dona;
- reward based, ovvero che riconosce una ricompensa a chi dona. Questa ricompensa non è comunque di natura economica;
- lending based, vale a dire come forma di prestito tra aziende o tra privati;
- equity based, consentendo di fatto al donatore di diventare socio di quella determinata azienda.
Quali sono le principali piattaforme di crowdfunding in rete?
Come dicevamo in precedenza, alla base del successo di un progetto di crowdfunding deve esserci una buona campagna di comunicazione. Quest’ultima si può ottenere tramite siti internet di proprietà o tramite i tanti canali social disponibili al giorno d’oggi.
Oltre a questi esistono, inoltre, una lunga serie di siti internet dedicati alle raccolte fondi che favoriscono notevolmente l’incontro tra le parti. Tra i più conosciuti abbiamo:
- Kickstarter, specializzata in donation based e reward based;
- Eppela, nata in italia con il modello reward based;
- DeRev, anch’esso italiano;
- Produzioni dal basso, il primo sito di questo genere nato nel nostro Paese;
- StarsUp, pensato per startup di piccole e medie dimensioni;
- Mamacrowd, altra famosissima piattaforma equity based;
- Buona causa, molto attiva nell’ambito dell’umanitarismo.
Supporto economico indiretto: generare entrate dall’attenzione creata su di un progetto
Vi abbiamo raccontato in maniera abbastanza esaustiva i casi di supporto economico diretto. Tuttavia esiste una via meno dispendiosa per i sostenitori, ovvero quando è il loro interesse a generare entrate economiche.
La via più semplice per attirare attenzione e generare, dunque, un aiuto economico online indiretto è quello di realizzare un sito internet dedicato al progetto che si vuole realizzare. Questa prassi, un tempo molto costosa, è praticamente alla portata di ogni appassionato di informatica.
Gli spazi web dove pubblicare il sito (hosting) costano poco più di poche decine di euro ed una volta realizzato un sito internet informativo esaustivo, sul progetto che si intende realizzare o la causa che si vuole perorare, si potrà chiedere l’adesione ai servizi di advertising online.
Uno dei siti più famosi che offrono questo servizio è Google Adsense, una branca del colosso di servizi online che mette in connessione le aziende pubblicitarie con i “publisher”, vale a dire i siti che ospitano il contenuto pubblicitario in cambio di un’entrata economica.
Questa entrata sarà generata dalle impressioni, ovvero i click, che saranno effettuati su quel banner di quel determinato sito oppure sul numero di volte in cui il sito internet che espone queste pubblicità verrà visualizzato.
Bisogna, però, fare particolare attenzione perché il publisher non può indurre l’utente a fare dei click ad arte. Pena l’esclusione dal programma pubblicitario.
Anche in questo caso sarà la comunicazione, quindi i contenuti del sito web e dei suoi social, a determinare il successo o l’insuccesso di questa particolare forma di autofinanziamento.

ALBERTO ANGELIA
Sono uno scrittore specializzato nel settore assicurazioni e prestiti e vivo a Roma con la mia famiglia.
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