Inps Prestiti Disabili: Prestiti Pensionati INPS con Invalidità

Può una persona invalida e pensionata richiedere un finanziamento? Sono tante le persone che desiderano comprendere come ottenere un prestito avendo già una pensione di invalidità civile. Le casistiche non sono poche, pertanto vale certamente la pena fare chiarezza, analizzando condizioni, eventuali modalità per il rimborso e situazioni che potrebbero condurre a un rifiuto di un prestito in favore di una persona invalida.

Le società e gli istituti di credito non negano l’emissione di prestiti in favore di pensionati che presentano uno stato di invalidità; tuttavia, poiché l’iter relativo alla valutazione è il medesimo di un comune finanziamento personale, non si potrà godere di agevolazioni Inps e della cessione del quinto (una tipologia di prestito disponibile anche per pensionati, relativa a bisogni personali riguardanti la vita privata), che contraddistinguono solitamente i finanziamenti per pensionati nel nostro paese. Generalmente, un istituto di credito offre il suo consenso al finanziamento nei confronti di pensionati invalidi a patto che questi siano in grado di documentare la propria affidabilità creditizia, vale a dire la loro capacità come richiedenti del prestito di saperlo rimborsare.

Siamo ora pronti per analizzare le caratteristiche più importanti riguardanti i finanziamenti in favore di pensionati invalidi, focalizzando la nostra attenzione sugli aspetti che li rendono differenti dai comuni prestiti emessi nei confronti di chi percepisce un assegno previdenziale Inps.

Finanziamenti pensionati invalidi: le condizioni da rispettare

Come per altre tipologie di prestito, anche un finanziamento in favore di pensionati in stato di invalidità necessita per la sua erogazione di alcune garanzie. Le condizioni da rispettare sono le medesime di un tradizionale prestito personale; tuttavia, variano alcuni aspetti legati alla capacità del cliente di sostenere in modo efficace il piano di ammortamento. Il primo aspetto da considerare è senza dubbio legato all’entità della pensione (che in ogni caso non deve essere inferiore alla soglia minima accettabile di 501,87 euro, stabilita dallo stato nel 2017), ma devi comunque sapere che questa può essere cumulata anche attraverso ulteriori redditi.

Per ciò che concerne la documentazione, il soggetto dovrà presentare il cedolino della pensione, la propria carta di identità e il codice fiscale. Oltre a questi documenti, il richiedente deve avanzare una documentazione medica con la quale dimostrare le motivazioni legate alla sua invalidità: questa sarà esaminata dall’assicurazione, che si impegnerà a offrire copertura per il prestito, nella situazione di decesso anticipato, per mezzo della sottoscrizione imposta della polizza vita.

L’analisi dell’assicurazione che coopera con l’istituto di credito è strettamente necessaria per valutare con attenzione lo stato di salute del soggetto e accettare il rischio. È indispensabile anche considerare l’età del richiedente, che non deve oltrepassare i limiti imposti dall’istituto di credito. La maggior parte degli istituti concede prestiti anche nei confronti di soggetti con età superiore ai 75 anni; in questa specifica circostanza lo stato di invalidità non comporta delle sostanziali differenze, qualora l’entità dell’assegno previdenziale sia abbastanza grande e lo stato di salute sia quello atteso dagli standard richiesti.

Assegno di invalidità: caratteristiche e come ottenerlo

Quando si parla di prestiti in favore di pensionati in stato di invalidità è necessario effettuare una importante distinzione fra i soggetti che rientrano nell’età pensionabile e che percepiscono l’assegno previdenziale (questi possono ottenere il prestito senza alcun tipo di problema), e chi invece percepisce l’assegno di invalidità.

Più specificamente, l’assegno di invalidità è una forma di sostegno economico riservato a soggetti mutilati e invalidi civili aventi un’età compresa fra i 18 e i 65 anni. Per ottenere l’assegno è fondamentale che sia comprovata un’invalidità civile compresa fra il 74% e il 99%; ciò significa che il soggetto deve presentare una grave compromissione personale che si manifesta sul piano funzionale. L’assegno di invalidità è previsto per i cittadini italiani nonché per quelli comunitari ed extracomunitari, a patto che siano residenti in Italia e che siano soddisfatte alcune condizioni reddituali (come sancito dalla legge 118/1971).

La prestazione, cumulabile con altre prestazioni previdenziali non legate all’invalidità, viene concessa per 13 mensilità; non è reversibile ai superstiti e ammonta a 279,47 euro (per l’anno 2017). Per ciò che riguarda i tipi di assegno, ne esistono due che interessano i pensionati:

  • l’assegno di invalidità definitivo, che non presenta problematiche legate all’accesso al credito;
  • l’assegno di invalidità temporaneo, che dura dai 2 ai 3 anni.

Per ciò che concerne le possibilità lavorative del beneficiario dell’assegno mensile, bisogna dire che il soggetto non deve svolgere attività lavorative, siano esse svolte in modo autonomo o subordinato. Più specificamente, chi riceve l’assegno ha l’obbligo di inviare all’Inps un’autocertificazione annuale, attraverso la quale attesti di non svolgere un’attività lavorativa; qualora questa condizione non dovesse più essere soddisfatta, il beneficiario avrà il compito di comunicarlo all’ente che emette la prestazione di invalidità.

Devi in ogni caso sapere che 4.800 euro è il limite annuo di guadagno entro il quale l’Inps può riconoscere l’assegno di invalidità. Un guadagno non superiore a tale soglia non viene infatti considerato come svolgimento di un’attività lavorativa; in questo caso, dunque, è possibile ottenere l’assegno di invalidità. Quando il limite d’età di 65 anni e 7 mesi viene superato, la pensione diviene un assegno sociale sostitutivo dell’invalidità civile.

Prestiti per pensionati invalidi: come si realizza il rimborso

Nel momento in cui il prestito viene accettato, come si realizza il piano di ammortamento per i finanziamenti per pensionati con invalidità civile? Il rimborso può essere effettuato attraverso differenti modalità, che variano in base al tipo di prestito. In caso di prestito semplice, il beneficiario dovrà semplicemente pagare attraverso i bollettini, similmente a ciò che avviene con altri finanziamenti del medesimo tipo; in caso di prestito con cessione del quinto dell’assegno previdenziale, invece, all’assegno viene detratto un quinto del totale, attraverso una trattenuta diretta realizzata dall’istituto o dalla società finanziaria che ha concesso il prestito.

Di solito, la cessione del quinto è una soluzione che viene offerta ai richiedenti considerando il loro stato di salute: sarà l’assicurazione a stimare il rischio di morte del richiedente, in base alla sua patologia invalidante. Si tratta di un fattore fondamentale e tale da condizionare notevolmente l’accettazione della domanda legata al prestito. In sostanza, è importante che lo stato di invalidità non rappresenti un elemento di rischio che possa condurre alla morte anticipata di chi richiede il prestito.

Perché alcuni finanziamenti vengono negati?

Sfortunatamente, il soggetto in stato di invalidità che richiede un finanziamento potrebbe vedere non accolta la sua richiesta. In questo caso, il soggetto potrebbe facilmente convincersi di stare subendo un’ingiustizia. Per alcuni motivi già menzionati in precedenza, possiamo tuttavia asserire che non si tratterebbe certamente di una discriminazione: la richiesta può infatti essere facilmente rifiutata per ragioni legate al rischio e alla convenienza. L’età molto elevata e l’entità troppo modesta della pensione non sono i soli fattori presi in considerazione; anche un rischio eccessivamente alto di mancato rimborso, stimato dall’assicurazione in base allo stato di salute del soggetto (che potrebbe non continuare a vivere ancora a lungo) può portare a rigettare la richiesta. Bisogna anche considerare come la pensione di invalidità sia una prestazione di tipo sociale e, di conseguenza, non sarebbe possibile rivalersi su di essa nelle situazioni di insolvibilità da parte del beneficiario del prestito.

Come ci si dovrebbe comportare se a una persona con invalidità è stato negato un finanziamento da parte di un istituto di credito? In questo caso è fondamentale non perdersi d’animo, poiché è possibile ottenere dei prestiti di entità variabile secondo altre modalità. Innanzitutto è importante parlare dei Piccoli Prestiti Cei, ossia dei finanziamenti che vengono erogati per una somma massima di 6.000 euro in favore di persone come i pensionati invalidi, attraverso una serie di rate abbastanza piccole (da 500 euro), che possono essere rimborsate al massimo in 60 mesi, con tasso di interesse agevolato. Questa soluzione segue un percorso differente da quello dei comuni prestiti: non saranno infatti prese in considerazione le possibilità di rimborso del soggetto che richiede il finanziamento, bensì le diverse situazioni di disagio, dando priorità ai casi più difficili.

Altre modalità per ottenere un finanziamento

Devi sapere che ulteriori modi per ottenere un prestito si realizzano attraverso le seguenti possibilità.

  • Il prestito concordato: viene erogato in particolari casi, a seguito di un accordo speciale fra l’Inps e un istituto di credito presso il quale si richiede il finanziamento.
  • Il prestito vitalizio bancario: necessita dell’offerta di un immobile di proprietà come garanzia aggiuntiva a beneficio di un istituto di credito.
  • Il prestito con garante: un finanziamento erogato qualora un soggetto (solitamente appartenente alla stessa famiglia) sia capace di farsi carico dei rischi legati al rimborso.
  • I prestiti online fra privati: possono essere ottenuti su piattaforme comuni a partire da cittadini qualunque, senza l’intermediazione di un istituto o di una società.

ALBERTO ANGELIA

Sono uno scrittore specializzato nel settore assicurazioni e prestiti e vivo a Roma con la mia famiglia.

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