In ambito finanziario, un prestito è la concessione di una somma di denaro da parte di un istituto di credito (banca o altra società che opera nel mercato finanziario) che deve essere poi restituita con tempi e modalità prestabilite aggiungendo un compenso (interessi) per l’uso.
Richiedere un prestito per un ammontare elevato -come per es. 100.000 euro- implica decisioni importanti non solo per il richiedente ma anche per l’ente erogatore:
il primo deve comprendere quale tipologia di prestito scegliere sulla base delle sue esigenze (a cosa mi serve il prestito?), in quanto tempo lo vuole restituire (a breve, a medio o a lungo termine), qual è l’ammontare delle rate di interesse e i costi aggiuntivi da sostenere; il secondo deve valutarne attentamente la fattibilità (accettare o meno la richiesta) e la rischiosità sulla base della “capacità di rimborso” del cliente e dei principi guida che lo regolano.
In generale nessun istituto di credito (banca o finanziaria) concede prestiti senza garanzie ipotecarie o fideiussorie (proprie o di terzi), senza busta paga sulla quale potersi poi rivalere in caso di non restituzione delle somme erogate e/o senza nessun altro tipo di reddito (pensione, reddito da lavoro autonomo, da capitale, d’impresa, ecc.) posseduto dal richiedente.
Nonostante questa regola generale, nel mondo finanziario tutto è possibile: una persona potrebbe essere finanziabile per un ente e non esserlo per un altro sulla base di criteri interni e strettamente personali di ciascuna istituzione.
Quale tipologia di prestiti sono fattibili se l’ammontare richiesto è ≥ 100.000 euro
Differenza tra prestiti personali e prestiti finalizzati
Di solito gli istituti di credito non concedono prestiti personali (liquidabili direttamente al cliente e non destinati all’acquisto di uno specifico bene o servizio, come nel caso della cessione del quinto dello stipendio) per somme troppo elevate.
In genere la richiesta di prestiti per un ammontare di 100.000 euro riguarda i prestiti finalizzati ad uno scopo specifico e liquidati non solo direttamente al cliente ma -a volte- anche al creditore/esercente come:
- i prestiti di consolidamento per estinguere situazioni debitorie;
- i prestiti per l’acquisto di una casa o un appartamento e/o per la ristrutturazione di tale bene;
- i prestiti per l’acquisto o la ristrutturazione di attività commerciali e/o uffici;
- i prestiti per finanziare “grandi progetti” di ricerca, sviluppo e innovazione aziendale e/o universitaria.
Prestito da 100.000 euro sotto forma di mutuo: condizioni per la richiesta
Tenendo sempre conto delle possibili “eccezioni” che si possono verificare caso per caso a seconda delle caratteristiche del richiedente e dell’ente erogatore, in generale la richiesta di un prestito ≥ 100.000 euro avviene sotto la forma contrattuale del “mutuo”.
Con il termine mutuo (regolato dalle norme del Codice Civile dello Stato italiano) si intende un prestito finalizzato a medio-lungo termine (anche fino a 30 anni), a titolo oneroso e per il quale vengono richieste -oltre ai necessari requisiti anagrafici (cittadinanza italiana o almeno europea, residenza in Italia ed età minima)- consistenti garanzie reddituali (lavoro fisso e non precario oppure elevati redditi da capitale/d’azienda/redditi diversi) e/o reali (ipoteche su immobili propri o di terzi, fideiussione propria o di terzi, pegno).
Le caratteristiche sopra elencate relative al contratto di mutuo evidenziano che, affinché una richiesta per un prestito di ammontare ≥ 100.000 euro possa essere almeno presa in considerazione e conseguentemente valutata dall’istituto di credito erogatore, devono sussistere determinati requisiti sia soggettivi che oggettivi rilevanti.
Mutuo per un ammontare ≥ 100.000 euro: durata minima, rate di interessi e costi accessori
I prestiti di ammontare ≥ 100.000 euro erogati sotto la forma del mutuo hanno una durata minima decennale, ma possono arrivare anche fino a 20 anni, 25 o addirittura 30 anni.
Tutto dipende dalla situazione economica e dall’età del richiedente ma anche dalle sue valutazioni in termini di onerosità.
I costi dell’operazione sono dati non solo dalla rata di interesse da restituire scegliendo tra un tasso variabile o fisso (sulla base della propensione al rischio del cliente e della situazione inflazionistica del momento), ma anche da tutta una serie di spese accessorie che possiamo suddividere in:
- spese di istruttoria della pratica (le cosiddette “spese di apertura”) che l’istituto di credito deve sostenere per valutare se concedere o meno il mutuo (possono essere fisse o in % sull’importo finanziato);
- spese di perizia (nel caso di acquisto e/o ristrutturazione di immobili);
- spese notarili per la stesura del contratto di mutuo e relativa registrazione (comprese tutte le tasse relative);
- imposte, tasse e costi assicurativi;
- costi vari di gestione (per es. spese postali).

ALBERTO ANGELIA
Sono uno scrittore specializzato nel settore assicurazioni e prestiti e vivo a Roma con la mia famiglia.
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