regalare soldi ad un amico

Come regalare soldi a un amico e non avere guai a livello tributario? Una domanda tutt’altro che banale, soprattutto per non incorrere in pesanti sanzioni. A causa dell’elevato tasso di evasione fiscale, quella di un controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate non è certamente un’eventualità da escludere.

Il trasferimento di fondi ad amici e conoscenti, infatti, richiede qualche precauzione in più rispetto alle donazioni tra parenti. Questo perché la natura del rapporto tra ordinante e beneficiario non è tracciabile all’Anagrafe e necessita degli opportuni giustificativi, per limitare il rischio di accertamenti.

Versare delle somme sul conto corrente di una persona non legata da vincoli di parentela è possibile, ma va fatto a determinate condizioni. Di seguito vedremo nel dettaglio modalità e limiti per eseguire transazioni in regola, in contanti e non.

Regalare soldi a un amico, quando è possibile farlo senza rischi?

In linea di principio, fare un bonifico o un accredito di altro genere a conoscenti e amici è legale. Tuttavia occorre fornire le prove che il versamento non è riconducibile a lavoro nero, prestiti ad interesse o a prestazioni altrimenti soggette a imposta.

Tanto per fare alcuni esempi, tale strada è percorribile per aiutare una persona in difficoltà economica, dare un anticipo a terzi sull’acquisto di un bene (come un’automobile o una casa) o, semplicemente, fare un regalo.

Non è possibile provvedere in questo modo, invece, quando il denaro serve per saldare affitti o per interventi di manutenzione. Anche se il beneficiario della transazione è un amico, è tenuto ugualmente all’emissione di una fattura, situazione incompatibile con le norme previste per le donazioni a titolo gratuito.

Le indicazioni da inserire nella causale

Va fatta una premessa: definire il motivo per cui viene trasferita una certa somma non è obbligatorio e, soprattutto, non risparmia ai contribuenti l’eventualità di un accertamento fiscale. Tuttavia, l’inserimento della causale è utile come promemoria di un determinato accredito, all’Agenzia delle Entrate come all’ordinante e al beneficiario.

Dal momento che lo spazio per le indicazioni è esiguo (in genere si hanno a disposizione non più di 140 caratteri), vi suggeriamo cosa scrivere nella distinta:

  • rimborso spese (viaggio, hotel, etc…), con data e luogo
  • prestito infruttifero, vale a dire senza maturazione di interessi
  • donazione, regalo o contributo per determinate necessità.

Per quanto possibile, è bene munirsi di ricevute e documenti che non lascino dubbi sulla natura del versamento. In caso di donazioni indirette (cifre destinate a compravendite verso terzi) o di importi molto più alti rispetto all’effettivo potere di acquisto dell’ordinante, è bene rivolgersi a un pubblico funzionario per la redazione e l’autenticazione di un atto.

Donazione modica e non

Questa definizione serve a capire quando ricorrere a un notaio per dare valore legale a un regalo in denaro e quando, invece, bastano una scrittura privata, il trasferimento diretto senza giustificativi o delle ricevute di acquisto (come nel caso dei titoli di viaggio o dei pernottamenti in strutture alberghiere).

Nella donazione modica non avviene un cambiamento significativo nel reddito dell’ordinante e del beneficiario, mentre in quella non modica sì. Tuttavia tra i due tipi di contributo non esiste una linea netta di demarcazione, né dei valori soglia: rientrare nell’una o nell’altra casistica dipende dall’entità dei proventi e dei depositi. Pertanto occorre una valutazione attenta della situazione finanziaria.

Contributi e aiuti in contanti: i cambiamenti dal 2022

Adesso esaminiamo un caso tanto particolare quanto di frequente riscontro: quello dei regali in banconote. L’argomento è di grande attualità, dal momento che a partire dal 1 gennaio 2022 il tetto relativo alla tracciabilità è stato modificato: da 1999,99 € si è abbassato a 999,99 €.

Per gli importi pari o al di sopra di tale limite è indispensabile ricorrere a bonifici, assegni non trasferibili o accrediti su carte prepagate. Altrimenti nulla vieta di dare fino a 999,99 € in contanti e la rimanenza tramite altri mezzi di pagamento, a patto che vi si ricorra una tantum.

Attenzione, invece, al frazionamento in più soluzioni in carta moneta: l’Agenzia delle Entrate ha promesso controlli mirati per chi ha l’abitudine di adottare questo sistema. La finalità della normativa, infatti, è l’abbattimento delle frodi fiscali, in favore di una maggiore trasparenza.

La trasgressione alle nuove regole comporta multe non solo per l’ordinante e il beneficiario, ma anche per chi omette di comunicare la violazione. Le sanzioni partono da:

  • 1000 €, per cifre fino a 250000 €
  • 5000 €, per somme oltre i 250000 €.

Chi non effettua la segnalazione è tenuto a pagare dai 3000 € ai 15000 €.

ALBERTO ANGELIA

Sono uno scrittore specializzato nel settore assicurazioni e prestiti e vivo a Roma con la mia famiglia.

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