Scegliere il miglior conto corrente per le proprie esigenze è importante, anche se non sempre è facile come sembra.
Sono molti gli aspetti da considerare e, per un conto corrente da utilizzare nella vita di tutti i giorni, i costi correlati al conto corrente sono sicuramente una questione da valutare attentamente.
I servizi offerti dagli istituti bancari sono tanti e molto diversi fra loro, così come i costi che le banche addebitano per poterne usufruire. Ma come vengono classificati?
In generale, le spese da considerare possono essere suddivise in:
• costi fissi
• costi variabili
Costi fissi: quali sono?
Per costi fissi, si intendono tutte quelle spese che il correntista deve sostenere dall’apertura del conto alla sua chiusura, indipendentemente dal tipo di operatività e dalla quantità di operazioni effettuate. I più comuni sono:
• Canone di gestione: è un importo che viene addebitato sul conto con cadenza mensile o annuale. A fronte del pagamento di questo importo, la banca offre al correntista un numero preciso di operazioni massime o, in alternativa, operazioni illimitate.
• Imposta di bollo: secondo la legge italiana, per ogni conto corrente attivo è necessario versare una tassa. L’imposta di bollo è di € 34,20 per i conti correnti intestati a persone fisiche e di € 100 per quelli intestati a persone giuridiche. L’importo viene detratto direttamente dal conto corrente una volta l’anno.
• Carta Bancomat: nonostante nella maggior parte dei casi sia offerta gratuitamente, alcuni istituti richiedono un canone per poter aver accesso agli sportelli dislocati sul territorio.
• Carta di credito: si tratta di un servizio raramente incluso nei servizi base di un conto corrente; è quindi necessario considerare un canone legato alla carta, che in alcuni casi può variare in base all’utilizzo.
• Estratto conto: nonostante sia quasi sempre disponibile in formato digitale, il correntista può richiedere una copia cartacea dell’estratto conto. In questo caso, l’istituto addebiterà le spese.
• Spese di chiusura conto: l’importo richiesto per le pratiche all’atto della chiusura del conto corrente.
Costi variabili
In questo caso ci si riferisce a tutti quei costi legati all’operatività del conto corrente e, quindi, ai costi delle singole operazioni. Alcuni esempi possono essere:
• Bonifici: l’istituto bancario addebiterà delle spese nel caso in cui questo tipo di operazione non sia inclusa nel contratto, o quando il correntista supera il numero massimo di operazioni previste dallo stesso.
• Commissioni per prelievi: applicate generalmente per l’utilizzo di sportelli automatici che non fanno parte del circuito dell’istituto di riferimento.
• Pagamenti Cbill o pagoPA: si tratta delle spese relative ad un tipo specifico di operazione.
Come risparmiare?
La scelta di soluzioni per conto corrente è molto ampia, ma come è possibile evitare costi superflui?
Per questo scopo, vale la pena considerare alcuni accorgimenti per limitare i costi:
• Scegliere un conto online
• Valutare carte con canone gratuito
• Prelevare da ATM del tuo istituto, preferendo la carta di debito alla carta di credito
• Evitare i servizi di rateizzazione
• Accreditare lo stipendio o la pensione per ottenere sconti sul canone del conto corrente

ALBERTO ANGELIA
Sono uno scrittore specializzato nel settore assicurazioni e prestiti e vivo a Roma con la mia famiglia.
Torna alla homepage di Assicurazionieprestiti.com